Don Derio Olivero il Vescovo made in Roata Chiusani

Il 7 luglio 2017 papa Francesco ha nominato don Derio Olivero vescovo di Pinerolo. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale l’8 ottobre nella cattedrale di Fossano dall’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, consacranti i vescovi Piero Delbosco, vescovo di Cuneo e di Fossano, e Pier Giorgio Debernardi, suo predecessore a Pinerolo. don Derio Olivero ha preso possesso della diocesi il successivo 15 ottobre.

 

 

Classe 1961, originario di Roata Chiusani, don Derio Olivero è, da sempre, una figura carismatica in Piemonte, stimata anche in ambienti tradizionalmente distanti dalla Chiesa. E’ stato, tra l’altro, rettore del seminario di Fossano, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, direttore del Centro Diocesano Vocazioni e vicario generale della Diocesi di Fossano (incarico che ha ricoperto fino alla nuova nomina). Uomo di straordinaria cultura (ha una licenza in Teologia Pastorale alla Pontificia Università Lateranense) è sempre riuscito a trovare una chiave di dialogo con la gente, a cominciare dalle persone più semplici.

Lo dimostrano le camminate in montagna (sua grande passione, che potrà continuare a coltivare anche nella sua nuova sede vescovile, Pinerolo, cuore delle valli valdesi), la vicinanza ai giovani, la spontaneità e la simpatia che istintivamente sa ispirare (durante la festa di saluto, organizzata presso il Palazzetto dello Sport di Fossano, lo vediamo scatenarsi e ballare, insieme a tanti amici, sulle note de “Il cielo d’Irlanda” di Fiorella Mannoia). I libri, la bellezza delle opere d’arte, la musica, la tecnologia: ecco gli strumenti che don Derio adotta, di volta in volta, per costruire incontro. Strumenti che certamente gli saranno d’aiuto anche nella sua nuova missione di Vescovo. Numerose sono le prove che lo attendono: con il declino di tanti comparti industriali, il territorio pinerolese è andato incontro, negli ultimi anni, a un progressivo impoverimento e tante sono le realtà che faticano a riprendersi dalla crisi. Ma ci sono anche le sfide pastorali e il dialogo con la Chiesa valdese, che nel territorio (soprattutto in Val Pellice) è fortemente radicata.

 

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